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Matteo Sericano

1I primi passi in mare e i primi lavori in cantiere

Matteo SericanoMatteo dimostra tutta la sua grinta già dalle prime regate in optimist, nelle trasferte e nei week end di allenamento e nelle fredde giornate invernali passate in mare. Gli anni sulle derive sono anni fondamentali per acquisire le competenze basiche della vela. Seguono poi le regate di alto livello sul 420 e l’ingresso in 470 la classe olimpica allo Yacht Club Italiano. Per finanziare le attrezzature necessarie per correre ai massimi livelli Matteo inizia a lavorare dopo scuola presso un maestro d’ascia in un piccolo cantiere del porto di Genova, iniziando a sviluppare anche le competenze cantieristiche che saranno determinanti per la navigazione in solitaria.

2Le regate d’altura

Gli aspetti tecnici e sportivi ma sopratutto i valori umani e ambientali legati alla navigazione che apprende negli anni lo spingono all’interesse per l’altura e a soli 15 anni sarà uno dei più giovani marinai alla Giraglia Rolex Cup, alla quale poi negli anni successivi ,parteciperà regolarmente.

Negli anni Matteo regatta come professionista e navigatore in numerose barche e campi di regata europei, in equipaggio e in doppio, sempre con ottimi risultati,  prendendo parte alle più belle regate inshore e offshore del mediterraneo.

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3La scoperta della Course ou Large e della vela oceanica

Lavorando al restauro di un imbarcazione allo Yacht club Italiano, Matteo incontra Alberto Bona uno dei dei più talentuosi navigatori solitari italiani . Questo incontro sarà determinante: grazie a lui scopre il mondo dei Mini 650, piccole barche di 6.5 metri pensate per correre la mitica Mini Transat, la traversata atlantica in solitaria.

Nel 2016 entra cosi’ a fare parte dello shore team di Alberto Bona, con il ruolo di preparatore del suo prototipo ITA756 per le ultime regate della stagione.

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4Gli anni al comando del Class 40

A 19 anni Matteo diventa boat captain del class 40 Magalè, un monoscafo oceanico di 40 piedi veloce e potente affidato ad Alberto Bona da Giovanni Soldini. Su questa barca compie le prime lunghe navigazioni in oceano, prima tra tutte quella tra l’ Italia e la Bretagna, un duro e avventuroso trasferimento nel mese di ottobre, che gli darà la certezza di voler intraprendere la strada del navigatore oceanico .

Nel 2017 Alberto Bona e Adrea Fantini lo confermano come preparatore del Class 40 “Enel Green Power” per la Transat Jaques Vabre 2017, e sotto la supervisione dell’architetto navale Guillaume Verdier Matteo si occupa dei lavori strutturali e della messa a punto della barca acquisendo importanti competenze cantieristiche.

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5Il percorso verso la MINI TRANSAT 2019

Dopo il lavoro per la Transat Jaques Vabre del 2017 la voglia e il desiderio di cominciare un proprio progetto si fa fortissima. Con determinazione inizia il percorso di preparazione per la Mini Transat 2019. Dopo mesi intensi di ricerca di sponsor, Matteo entra in possesso del prototipo mini 650 « Eight Cube 888 », barca estremamente potente veloce e performante, dotata di molte innovazioni tecnologie specifiche per le regate oceaniche. Con questa barca prenderà parte a tutte le regate di qualifica italiane e francesi, gestendo con abilità la sua complessità e riuscendo cosi’ a qualificarsi per la Mini Transat 2019 in un solo anno anziché in due previsti.

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6La MINI TRANSAT 2019

A settembre 2019 Matteo é sulla linea di partenza della Traversata Oceanica MINI TRANSAT, a coronamento di un sogno e dei tanti sforzi fatti per arrivare a correre questa mitica regata, che chiuderà al settimo posto durante la prima tappa dalla Rochelle a Gran Canaria. Durante la seconda tappa a causa di un violento impatto con un OFNI che danneggia gravemente l’imbarcazione, è costretto al ritiro. Riesce a raggiungere Capo Verde navigando in situazioni estreme.

Dirà poi « questo non è stato un fallimento, ho imparato molto, meglio partire e provarci che non partire affatto, ci riproverò e ci riuscirò ».

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